N° 106

RESCUE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Dejà vu. Espressione francese che significa “gia visto” ed indica la sensazione di aver già vissuto una situazione. Tony Stark, al momento nell’armatura classificata Iron Monger Mark IV, prova quella sensazione trovandosi di fronte ad una donna in un’armatura dal design molto simile a quella indossata da lui ed a quella dell’altra giovane donna con cui si stava battendo.[1]

<<Non so chi tu sia o come tu abbia ottenuto la tua armatura…>> gli si rivolge la sua nuova avversaria <<… ma se pensi che ti lascerò far del male alla mia amica, beh, ti sbagli di grosso.>>

            Lei forse non sa chi è lui ma Tony, invece è sicuro di sapere chi ha di fronte: Toni Ho, la figlia minore dello scienziato indocinese che l’ha aiutato a progettare e costruire la sua prima armatura. A quanto pare, la figlia ha ereditato il talento del padre ma questo non è di grande consolazione per l’uomo nell’armatura scura. Non gli piace avere rivali nel suo campo.

<<So che non mi crederai, Toni…>> dice, infine, Iron Monger <<… ma davvero non vorrei far del male a te ed alla tua amica purtroppo, però, non mi date scelta.>>

            Da ciascuno dei suoi guanti parte una scarica di raggi repulsori ad alta intensità diretta verso le due donne in armatura.

 

            Dall’altra parte del continente americano, sulle coste dell’Oceano Pacifico in California, un altro uomo in armatura sta affrontando una situazione pericolosa.

            Solo pochi minuti fa [2] Carl Walker, al momento unico detentore del nome e dei doveri di Iron Man, è stato aggredito dalla supercriminale conosciuta come Stratosfire, una donna che stando ai database a cui ha accesso dovrebbe essere morta ma evidentemente non lo è.

-Avrò la tua testa e mi aggiudicherò il premio del Grande Gioco.- proclama la donna.

<<La mia testa preferisco tenermela ben attaccata al collo,>> replica Iron Man <<Come ti ho già detto, puoi sfiancarti quanto vuoi ma il mio campo di forza è garantito contro le testate nucleari, le tue microonde non possono farmi niente.>>

-Non smetterò di tentare, deve esserci un modo e lo troverò.-

            Potrebbe anche riuscirci, pensa Carl, ma lui non intende aspettare di vederlo. Lascia cadere di colpo il suo campo di forza e contemporaneamente lascia partire una scarica del suo uniraggio pettorale… scarica che attraversa senza danno la sua avversaria che scoppia a ridere dicendo:.

-Vedi? Nemmeno tu puoi farmi del male.-

            Sembra che siamo in stallo, pensa ancora l’uomo in armatura.

 

            Il luogo è un piccolo cottage nella campagna del Surrey in Inghilterra, il tipico posto dove l’arrivo di uno straniero non passa inosservato, specie se lo straniero in questione è un’avvenente giovane donna di chiare origini cinesi alla guida di una rombante auto sportiva.

            Mentre la ragazza in questione parcheggia l’auto davanti al vialetto d’ingresso e ne scende, la proprietaria del cottage, esce sulla veranda ed in piedi sulla soglia la osserva con curiosità.

Cosa può volere da lei un’americana? Si chiede. Perché scommetterebbe che quella ragazza viene proprio dagli Stati Uniti.

Il suo istinto raramente sbaglia e le dice anche che quella ragazza porta guai nonostante il suo sorriso cordiale.

            La nuova arrivata le si avvicina con passo svelto tendendole la mano e dicendo:

-Miss Amanda Armstrong, suppongo.-

            La non più giovane donna, sorride e mentre stringe la mano della sua interlocutrice, replica:

-Sono io, in effetti. Posso sapere chi è lei e perché è qui?-

-Mi chiamo Ling McPherson, vengo da New York e sono… diciamo un’investigatrice. Quanto al perché sono qui, è per parlare di suo figlio.-

 

 

2.

 

 

            Come puoi battere qualcuno che è intoccabile? Dentro la sua armatura da Iron Man Carl Walker non può che farsi questa domanda ma non intravede una risposta.

            Pensa Clay,[3] si dice. Sei uno scienziato e questo è un problema scientifico. Dimostra una buona volta che non sei solo capace di rubare le idee altrui.

            Mentre lui riflette Stratosfire continua a bombardarlo di microonde.

-Posso continuare per sempre.- afferma -E prima o poi tu cederai -

<<Non contarci troppo, biondina.>> replica Iron Man.

            Belle parole, ma il sistema termico della sua armatura quanto calore può sopportare ancora prima di sovraccaricarsi? Un momento: forse ha appena avuto un’idea.

            Con uno scatto improvviso Iron Man si allontana verso l’alto.

-Vigliacco!- gli urla Stratosfire -Ma se credi di scapparmi, ti sbagli di grosso!-

            Senza perdere tempo, lo insegue.

 

            Mike O’Brien è un ex poliziotto ed ex agente federale. È stato anche Iron Man per un po’ e questo lo ha aiutato a sviluppare un istinto che lo avvisa di una situazione di pericolo per questo crede immediatamente alla sua compagna quando dice:

-Sono qui.-

            Meredith McCall è una specie di ninja e per quanto possa sembrare una normale attraente donna sui 35 anni, è dotata di abilità non comuni.

-Non dirmi che sai anche quanti sono?- chiede Mike.

-Quattro, forse cinque più due rimasti nelle auto.- risponde, pacata, Meredith -A quelli penserai tu, io mi occupo degli altri.-

-Da sola contro quattro… o cinque?-

            La sola risposta di Meredith è un sorriso prima di scomparire nelle tenebre.

 

            Il colpo di repulsori abbatte Ironheart colta di sorpresa ma fa solo barcollare l’altra donna in armatura.

<<Dovrai fare di meglio se vuoi davvero sconfiggermi.>> proclama quest’ultima sprezzante.

<<Ne sono capace.>> replica Tony Stark <<Tuttavia non sono qui per combattere.>>

<<Non sembrerebbe dalle tue azioni.>>

<<Mi interessa la tecnologia delle vostre armature. Se acconsentite a consegnarmele, me ne andrò pacificamente.>>

<<Tu sei pazzo. Queste armature ci sono costate sudore e tempo prezioso. Non le cederemo… io non le cederò mai senza lottare.>>

            Sotto il suo casco Tony sospira.

<<Mi dispiace sentirtelo dire.>> replica <<A proposito, come debbo chiamarti? Qual è il tuo nome di battaglia?>>

<<Puoi chiamarmi Rescue.>> risponde la ragazza in armatura <<E tu chi sei? Il design dell’armatura è simile a quello di Iron Man, ma di certo tu non sei lui.>>

Tony sogghigna. Se solo Toni Ho sapesse la verità su di lui, ma questo è il suo segreto e tale deve rimanere.

<<Mi costringi ad essere cattivo.>> dice ed un istante dopo dalla sua armatura parte un impulso elettromagnetico.

 

 

3.

 

 

            La donna di nome Amanda Armstrong sospira e dice

-Venga dentro.-

            Ling McPherson la segue fin nel salotto.

-Si sieda pure.- le dice Amanda mentre lei stessa si accomoda su una poltrona poi aggiunge -<Ha detto di voler parlare di mio figlio ma non credo di poterle essere utile. Non lo vedo da anni e non so nemmeno dov’è adesso.-

-Questo non è affatto un problema.- replica, pacata, Ling -Io non sto cercando di rintracciarlo. So esattamente dov’è adesso e cosa sta facendo.-

-E allora, cosa…?-

-Molto semplicemente, mi occorre il suo aiuto per fermarlo.-

 

            Sempre più alto e sempre più in mare aperto Iron Man è tallonato dalla sua avversaria… il che è esattamente quello che vuole.

-Friday, hai le informazioni che ti avevo chiesto?-

<<Certamente, Carl.>> risponde una voce elettronica dal timbro inequivocabilmente femminile, quella dell’intelligenza artificiale che governa i sistemi della sua armatura <<Le tue supposizioni erano corrette.>>

-Ottimo. Adesso non resta che agire.-

            Iron Man inverte la rotta e dalla sua piastra pettorale parte un impulso diretto verso Stratosfire.

-Ma cosa..?- esclama la ragazza e quando si rende conto di cosa sta accadendo aggiunge sogghignando -Microonde? Mi stai davvero bombardando di microonde? Stupido, mi stai solo rendendo più potente. -

            Che è esattamente il punto, pensa Carl Walker.

 

            Il posto è un ristorante di Manhattan ed è ad uno dei suoi tavoli che si trovano Jim Rhodes e la Dottoressa Glenda Sandoval.

-Che ti succede, Jim? Non hai quasi toccato cibo.- gli chiede lei..

-Scusami, temo di avere la testa altrove.- risponde lui.

-Non sono solo i problemi di lavoro o il divorzio, vero?  Si tratta di tua sorella, non è così?-

-Mi conosci troppo bene. Ha rifiutato ogni aiuto e non capisco perché. Il suo atteggiamento la porterà in carcere… o peggio.-

-Jeannette è sempre stata un tipo irrequieto, me lo ricordo dalla nostra infanzia a Philadelphia. Se non vuole essere aiutata, non c’è niente che tu possa fare.-

-Mi stai suggerendo di mollare, di lasciarla al suo destino?-

-Sarebbe inutile, ti conosco fin troppo bene,, ma almeno permettimi di aiutarti.-

-Potrei impedirtelo?-

-In effetti, no.- risponde Glenda sorridendo.

 

 

4.

 

 

            Stratosfire ride inebriata dal potere. Presto ne avrà a sufficienza per superare il campo di forza del suo nemico ed è stato proprio quel cretino a fornirglielo. Ora…

            Aspetta… cos’è il dolore che sente adesso? Non può essere! No!-

-Fermo!- grida un istante prima che il suo corpo si illumini poi semplicemente scompare mentre della sua voce rimane solo un’eco che presto si disperde.

<<Temo che tu sia andata in sovraccarico, tesoro.>> dice Iron Man ormai rivolto al nulla <<Forse non funzionerà la prossima volta… se ci sarà una prossima volta.>>

            Senza guardarsi indietro il gladiatore in armatura riprende il suo volo verso casa.

 

            Rescue cade come una marionetta a cui abbiano tagliato i fili mentre Ironheart cessa di muoversi.

<<Mi dispiace.>> dice Tony Stark <<Non preoccupatevi. La vostra riserva di ossigeno è più che sufficiente e comunque entro pochi secondi il mio software avrà decifrato i codici di accesso delle vostre armature consentendomi di rimuoverle.>>

<<Non credo proprio.>> ribatte Rescue balzando in piedi.

<<Cosa?>> esclama un sorpreso Tony.

<<Credevi davvero che fossi così stupida da non inserire nella mia armatura una difesa contro un attacco a base di EMP?>>[4] ribatte Rescue <<Mi hai bloccata per non più di 30 secondi prima che i miei sistemi riprendessero a funzionare.>

<<E lo stesso vale per me.>> aggiunge Ironheart mentre anche lei si rialza in piedi.

            Rescue punta i suoi repulsori contro la figura davanti a lei imitata da Ironheart.

<<Noi siamo pronte a combattere e tu?>> dice Rescue mentre i palmi dei suoi guanti iniziano a brillare.

            In quel momento si odono in lontananza le sirene della Polizia.

<<Pare che abbiamo attirato attenzioni sgradite.>> commenta Iron Monger <<Non so voi, ma io non ho alcuna voglia di confrontarmi con le autorità. Riprenderemo il nostro discorso in un altro momento.>>

Senza aggiungere altro, si solleva in volo e si allontana rapidamente.

<<Non crederai di poter scappare così facilmente, vero?>> gli urla Ironheart sollevandosi in volo a sua volta. Rescue la segue immediatamente.

Iron Monger si ferma a mezz’aria. Guarda le sue inseguitrici… e scompare.

<<Ma… come ha fatto?>> esclama Ironheart.

<<Non lo so ma lo scoprirò… lo scopriremo e la prossima volta non ci sfuggirà.>> risponde Rescue <<Ora andiamo. Quel tizio aveva ragione su una cosa: nemmeno io ho voglia di parlare con la Polizia.>>

            E dando potenza ai loro jet le due giovani donne si allontanano.

           

            Iron Monger riappare sopra il tetto dell’hotel dove alloggia come Tony Stark. Il teletrasporto ha funzionato ma ha consumato praticamente tutte le sue energie e non è nemmeno preciso. Promemoria: usarlo solo in caso di estrema necessità.

            Rientrato nella sua suite Tony si toglie l’armatura. Se il servizio in camera è ancora attivo, e per quanto paga sarà bene che lo sia, si farà portare la cena e domani, dopo un sano e meritato, riposo, penserà a cosa fare con le due ragazze e le loro armature.

 

 

5.

 

 

            Quando le annunciano che ha una visita Jeannette Rhodes, alias Jenny Rose alias Star è perplessa. Chi potrebbe mai venirla a trovare nella sezione femminile del carcere di Ryker’s Island? L’avvocato che le ha mandato suo fratello o magari Jim stesso? Non è affatto certa che reggerebbe un altro confronto con lui nelle condizioni in cui si trova adesso.

            Quando arriva in parlatorio e riconosce la donna dalla pelle ambrata seduta dall’altro lato del vetro divisorio esclama:

-Tu?-

-Sorpresa di vedermi?- le chiede Glenda Sandoval,

 

            Carl Walker arriva nel suo ufficio alla Stark West prestissimo ma mai abbastanza presto da battere sul tempo la strana coppia formata da Dale West e Herbert Bell, però. I due bizzarri ma talentuosi scienziati stanno sostando nel corridoio che porta ai laboratori e sono impegnati in un’animata discussione.

-Ti dico che non può funzionare!- sta dicendo il più anziano Bell.

-Ed io ti dico che sta già funzionando!- ribatte in tono piccato il più giovane West.

-Si può sapere di cosa state parlando?- chiede, incuriosito, Carl.

-Dell’ultima bizzarra invenzione del nostro impetuoso giovane e lentigginoso collega.- risponde Bell.

-Un altro motore all’acqua di mare?-

-No, ho abbandonato quel progetto per il momento.- replica Dale -Ora sto lavorando a qualcosa che rivoluzionerà il concetto di energia pulita.-

-Se funziona.- sottolinea Bell.

-Funziona eccome.-

-Ti spiacerebbe spiegarmi di che si tratta?- interviene ancora Carl -Dopotutto sono io il capo qui.-

-Beh, è un convogliatore di microonde che…-

-… potrebbe esploderci in faccia.- completa Bell.

-Non succederà. È assolutamente sicuro.-

-Aspetta un momento!- esclama Walker -Hai detto microonde?-

            Prima che West possa rispondere, da uno dei laboratori arriva una fragorosa esplosione che ne scardina la porta e la cui onda d’urto sbatte i tre a terra o contro le pareti..

-Ripetimi quanto è sicuro.- commenta Bell rialzandosi.

 

            Al mattino i laboratori del MIT[5] fervono come al solito di attività. In uno di questi la giovane Dottoressa asiatica americana Toni Ho si rivolge alla sua ancor più giovane allieva afroamericana Riri Williams:

-Ho verificato alcuni dati sul nostro aggressore dell’altra sera.-

-E hai scoperto qualcosa?- chiede con una certa impazienza Riri.

-Partiamo dal dato di fatto più evidente: il design della sua armatura è una variante di quello di Iron Man con il nero al posto del rosso ed un look più… aggressivo nella maschera. Inoltre è chiaro che usa la stessa tecnologia. Chiaro per gente come noi almeno.-

-Non penserai che Stark c’entri qualcosa, vero? Non è da lui.-

-Ne sei davvero così sicura? Cosa sai davvero di lui in fondo? Forse la sua è solo una facciata. Quell’Iron Monger conosceva i nostri nomi, come ha fatto a saperli? Forse la visita di Stark l’altro giorno non è stata casuale. Forse lo ha mandato lui o forse…-

-Forse cosa?-

-Nulla. Lasciamo perdere per il momento. Ho inserito le immagini prese dalla telecamera della mia armatura ed ho fatto una ricerca su tutti i database pubblici e su qualcuno che sono riuscita ad hackerare grazie a te ed ho appena avuto i risultati.-

            Su uno schermo scorrono dei dati e Toni li commenta.

-A quanto pare, questo…Iron Monger è apparso subito dopo che Tony Stark ha liquidato la sua vecchia società e Iron Man si è trasferito in California. È stato visto combattere con War Machine ed anche nei pressi della sede della Hammer Inc quando Justin Hammer è stato ferito da un ignoto aggressore.-

-Che fosse un tipo poco raccomandabile lo sapevamo già.- replica Riri.

-Già ma ora guarda questo..-

            Sullo schermo scorrono immagini sfocate dove si vedono l’Uomo Ragno che combatte con quello che sembra Iron Man.

-È accaduto il giorno che è stato ucciso l’originale Blizzard e l’assassinio era proprio quello che sembra Iron Man.[6] Ti dicono niente alcuni particolari di quell’armatura; in particolare il casco?-

-Non sono proprio identici ma molto simili.-

-Esatto, io penso…-

            Prima che Riri possa continuare, lo schermo si oscura improvvisamente e subito dopo vi appare la silhouette di un volto mentre si ode una voce alterata elettronicamente:

<<Mie care amiche, credevate davvero di potervi inserire nei database della Stark-Fujikawa senza che me ne accorgessi? Un errore del genere non me l’aspettavo da Riri Williams.>>

-Tu chi sei?- chiede Toni senza mostrare nervosismo -Stark o Iron Monger?-

<<Nessuno dei due, potete chiamarmi Corvo.>>

-Ho sentito parlare di te.- interviene -Riri -Uno dei più noti hacker degli Stati Uniti.-

<<Diciamo pure del Mondo.>>

-Che cosa vuoi? Perché vuoi qualcosa, è ovvio.-

<<Lei è molto perspicace, Dottoressa Ho. Ti dispiace se ti chiamo Toni? Ho una proposta che sono certo interesserà sia te che Riri.>>

-Ti ascolto.- replica Toni incuriosita.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Quasi nulla da dire a parte due parole su...

1)     Amanda Armstrong, personaggio creato da creato da Brian Michael Bendis & Alex Maleev su International Iron Man #5 datato settembre 2016, coppia che dopo aver quasi distrutto Devil ci ha provato anche con Iron Man, parere del tutto personale, ovviamente. La nostra Amanda sarà, però, diversa. Quanto diversa? Scopritelo continuando a leggere.

2)     Riprendono alcune sottotrame che avranno esiti imprevedibili… o forse mo, chi può davvero dirlo?

Nel prossimo episodio: intrighi, imprevisti ritorni e molto di più.

 

 

Carlo



[1] [1] Nello scorso episodio e dove sennò?

[2] Sempre nello scorso episodio.

[3] Il vero nome di Carl Walker è Clay Wilson. Storia lunga.

[4] Electro Magnetic Pulse

[5] Massachusetts Institute of Technologies.

[6] Su Amazing Spider Man Annual #20 (in Italia su Star Magazine #1).